martedì, maggio 13, 2014

Post cupo per persone MACABRE. (Like me)

Oggi voglio parlarvi dei cimiteri.
Sì, proprio cimiteri.
Per alcuni sono luoghi cupi e macabri, luoghi di morte o luoghi di riposo.
E, in effetti, lo sono.



Ma per me sono di più. 
Fin da giovane età, quando la mia nonna mi portava a trovare i nostri cari, mi perdevo guardando le foto e i nomi, da persone giovanissime e bambini fino agli anziani. Ognuna di quelle persone suscitava in me una particolare curiosità. E la suscita ancora. Mi chiedo quali siano le loro storie, chi fossero, che cosa successe loro.
Mi rammarico delle frasette tutte uguali che accompagnano le lapidi, quando invece sarebbe davvero carino lasciare un ricordo vero di chi fossero, un riassunto o una frase che ricordi qualcosa d'importante fatto quand'erano in vita. Per chi avesse letto ''Antologia di Spoon River'', sà di cosa sto parlando.
Di un piccolo elogio alla persona. Questo scritto, di Edgar Lee Masters, è forse l'unico libro di poesie che sono riuscita a leggere fino alla fine, che ho apprezzato e che ho riletto più volte. E' una raccolta di epitaffi, in chiave poetica, di persone sepolte a Spoon River.

Colgo l'occasione per pubblicare la mia poesia preferita, quella che tratta della defunta Lucinda Matlock:


Andavo a ballare a Chandlerville,
e giocavo a carte a Winchester.
Una volta ci scambiammo i cavalieri
al ritorno in carrozza sotto la luna di giugno,
e così conobbi Davis.
Ci sposammo e vivemmo insieme settant’anni,
divertendoci, lavorando, crescendo dodici figli,
otto dei quali ci morirono,
prima che arrivassi a sessant’anni.
Filavo, tessevo, tenevo in ordine la casa, assistevo i malati,
curavo il giardino, e alla festa
andavo a zonzo per i campi dove cantavano le allodole,
e lungo lo Spoon raccogliendo molte conchiglie,
e molti fiori ed erbe medicinali—
gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.
A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,
e passai a un dolce riposo.
Cos’è questa storia di dolori e stanchezza,
e ira, scontento e speranze cadute?
Figli e figlie degeneri,
la vita è troppo forte per voi—
ci vuole vita per amare la vita.


CI VUOLE VITA PER AMARE LA VITA.


Per quanto strano (e lo so che lo sembro) possa essere, quando 
vado a visitare qualche cimitero ci resto per ore, meglio se antico, e più una tomba è antica, più mi affascina.
Ecco al riguardo, alcune foto che ho scattato domenica pomeriggio, andando a fare una passeggiata. :)







Un bacione macabro,
Giulia.

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